Diritto della famiglia transnazionale

Il tribunale di Vicenza pronuncia il divorzio diretto di una cittadina italiana dal marito poligamo

27 GENNAIO 2022 di Maria Letizia Frigo, avvocato in Padova Il caso deciso dalla sentenza in commento costituisce applicazione dell’art. dall’art. 3, n. 2, lett. e), della legge 1° dicembre 1970 n. 898 che prevede la possibilità di addivenire direttamente al divorzio, senza previa separazione quindi, nel caso in cui uno dei coniugi riesca ad ottenere nuovo matrimonio all’estero in un Paese che ammette la poligamia.

La Kafala nel processo penale

19 NOVEMBRE 2021 Commento a Cass. Pen., Sez. I, Sent., 9 giugno 2021, n. 22734   Nel diritto islamico la “Kafala” è l’istituto giuridico con il quale chiunque, per mezzo di una dichiarazione solenne da rendersi dinanzi ad un giudice o ad un notaio, può rendersi kafil, assumendo l’impegno di provvedere alle esigenze di vita di un makfoul, un minore abbandonato, fino al raggiungimento della sua maggiore età, con l’obbligo di accudirlo con le stesse modalità di un genitore.

La posizione delle Corti internazionali sui rapporti tra litispendenza e riconoscimento delle decisioni, e sulla necessità di adottare tempestivamente provvedimenti provvisori per regolare la vita familiare dei genitori e del bambino

28 LUGLIO 2020 IL CASO. La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Corte EDU) è stata chiamata a pronunciarsi sul punto se una decisione sulla separazione dei coniugi e l’affidamento del figlio minore resa dal Tribunale di Teramo ben sei anni dopo la proposizione della domanda costituisca o meno violazione dell’art.

Riconoscibile la sentenza israeliana attributiva di effetti civili al matrimonio religioso contratto in Italia senza le formalità prescritte dalla legge italiana

09 GIUGNO 2020 Il caso proposto all’attenzione della Corte d’Appello aveva ad oggetto il riconoscimento di una sentenza del Tribunale rabbinico di Tel Aviv che aveva attestato la validità di un matrimonio religioso ebraico celebrato a Milano, da parte di due coniugi cittadini israeliani (e il marito anche italiano), attribuendogli effetti anche civili come previsto dalla legge israeliana.

Una sentenza straniera in materia di responsabilità genitoriale pronunciata da un giudice diverso da quello dello Stato di residenza (o dimora) del minore non può essere riconosciuta in Italia se ...

15 GENNAIO 2020 Con la sentenza in commento, la Cassazione ha affrontato il problema del riconoscimento di una sentenza di un tribunale ucraino che aveva disposto il trasferimento di una minore, residente in Italia con il padre fin dalla nascita, presso la madre residente in Ucraina, con obbligo di consegna rivolto al padre.

I rapporti patrimoniali tra conviventi di fatto hanno natura obbligatoria e quindi rientrano nell’ambito di applicazione dei Regolamenti che hanno sostituito la Convenzione di Bruxelles del 1968

17 LUGLIO 2019 La sentenza in commento riguarda il caso di due persone che hanno vissuto per qualche anno insieme in Ungheria senza attribuire una veste formale al loro rapporto di convivenza. Al termine della convivenza, la donna ha ottenuto da un tribunale ungherese la condanna dell’uomo a corrispondere una somma “a titolo dello scioglimento del loro regime patrimoniale derivante dalla loro convivenza di fatto”, in base alla disposizione dell’art.

Il minore affidato ad un cittadino europeo in regime di kafala ha diritto al soggiorno non come discendente diretto, ma come familiare

16 MAGGIO 2019 Con la sentenza in commento la Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) si è pronunciata in sede di ricorso pregiudiziale sul diritto di ingresso e di soggiorno nel Regno Unito di una minore algerina affidata secondo il regime algerino della kafala ad una coppia di cittadini francesi, sposati nel Regno Unito e ivi residenti.

Il rinnovo del permesso di soggiorno al coniuge extracomunitario del cittadino italiano all’esame della Cassazione Civile

16 MAGGIO 2019 Una cittadina di un Paese extra UE, coniugata con cittadino Italiano, si rivolgeva nell’anno 2014 alla Questura di Foggia, chiedendo il rilascio della Carta di Soggiorno (titolo permanente) in prossimità della scadenza del permesso di soggiorno quinquennale, inizialmente rilasciatole quale coniuge di cittadino italiano ai sensi dell’art.

Non si possono applicare le regole della sharia quando hanno carattere discriminatorio

24 GENNAIO 2019 La sentenza della Corte EDU, Grande Chambre, del 19 dicembre 2018 ha affrontato il problema della compatibilità della legislazione religiosa musulmana, cosiddetta sharia, richiamata dal diritto greco per regolare la successione dei cittadini greci di religione musulmana, con i diritti fondamentali riconosciuti dalla Convenzione EDU e, in particolare, con il principio di non discriminazione per motivi religiosi.

Solo il creditore degli alimenti può scegliere di applicare la legge dello Stato di residenza abituale del creditore in alternativa a quella del proprio Stato di residenza abituale

06 NOVEMBRE 2018 La sentenza della Corte di Giustizia 20 settembre 2018, in causa C- 214/17, si è occupata della questione se la legge dello Stato di residenza abituale del debitore che, in deroga alla regola generale, disciplina le obbligazioni alimentari tra il padre e il figlio quando il creditore si è avvalso della facoltà di radicare la causa nel luogo in cui il debitore ha la residenza abituale, si applichi anche per la domanda di riduzione dell’assegno alimentare presentata dal debitore dinanzi al giudice dello Stato della propria residenza abituale.

La procedura di negoziazione assistita non è utilizzabile quando il divorzio avviene senza previa separazione

27 SETTEMBRE 2018 Due coniugi di nazionalità argentina si sono rivolti al Tribunale di Torino chiedendo che fosse pronunciato il divorzio sulla base di un accordo di negoziazione assistita con il quale, evidenziata la crisi coniugale e l’interruzione della convivenza, dichiaravano di avere individuato soluzioni condivise per l’affidamento della figlia minore, le modalità di visita ed il suo mantenimento.

Il divorzio-lampo rumeno non è contrario all’ordine pubblico (ma la Cassazione dimostra di ignorare i Regolamenti europei sull’unificazione del diritto internazionale privato)

05 SETTEMBRE 2018 La sentenza della Corte di Cassazione n. 12473 del 21 maggio 2018 ha stabilito che un divorzio-lampo rumeno, pronunciato secondo la lex fori che prevede tempi della procedura di divorzio più brevi di quella italiana, è riconoscibile nel nostro ordinamento e non integra violazione dell’ordine pubblico.

I provvedimenti stranieri di affidamento in kafalah sono riconoscibili in base alle norme sulla protezione dei minori

03 AGOSTO 2018 Il caso in commento, deciso con decreto del Tribunale di Mantova, ufficio del giudice tutelare, del 10 maggio 2018,  prende le mosse dalla richiesta formulata dai Servizi Sociali al Tribunale di Mantova, in funzione di Giudice tutelare, di pronunciarsi sull’affidamento e sulla tutela di una minore algerina che alla nascita era stata abbandonata dalla madre appena quindicenne ed era stata affidata in kafalah ad una donna cittadina italiana (e verosimilmente anche algerina, ma il decreto non lo precisa) e coniugata con un cittadino italiano.

In presenza di elementi di estraneità (cittadinanza straniera delle parti e residenza all’estero del convenuto) il Giudice deve verificare la propria giurisdizione

20 LUGLIO 2018 IL CASO. Tizia, cittadina albanese residente nel Comune di Agordo (BL), ha adito il Tribunale di Belluno, per chiedere la separazione con addebito dal marito, cittadino albanese anch’esso, l’affidamento esclusivo della figlia minore avuta in costanza di matrimonio, nonché il contributo al mantenimento in favore proprio e della figlia.

Se i genitori vivono in continenti diversi la responsabilità genitoriale può essere esercitata per delega

10 MAGGIO 2018 Con provvedimento in data 29 gennaio 2018, la Corte d’Appello di Venezia ha respinto il reclamo avverso il decreto del Tribunale di Verona, pronunciato a seguito di ricorso ex art. 337 ter c.c., che aveva regolamentato i “rapporti genitoriali ed economici in favore dei minori” nei confronti di due genitori residenti in continenti diversi: la madre in Italia con i figli, il padre in Cina.

La residenza abituale dei minori, da valutare ai fini della giurisdizione, è un quid facti che dipende anche da indici di natura proiettiva e non muta in caso di temporaneo soggiorno in un altro Paese

20 APRILE 2018 La sentenza della Corte di Cassazione 19-XII-/30-III-2018 si sofferma sull’interpretazione del concetto di residenza abituale che il Reg. CE 2201/2003 (Bruxelles II bis) utilizza come principale criterio di giurisdizione per le cause di affidamento di minori.

Lo Stato è responsabile della mancata trascrizione nei registri dello stato civile dei matrimoni omosessuali di cittadini italiani celebrati all’estero

30 MARZO 2018 La sentenza della Corte Europea di Giustizia dell’Unione europea del 14 dicembre 2017 nella causa Orlandi c. Italia, emessa all’esito della riunione di una serie di ricorsi proposti da coppie omosessuali che avevano contratto matrimonio all’estero e si erano visti rifiutare la trascrizione nei registri dello stato civile italiano, ha affrontato il problema di stabilire se il diniego di trascrizione costituisca violazione dell’art.

Il decreto di rimpatrio del minore sottratto (Convenzione dell’Aja 25 ottobre 1980) è revocabile in caso di sopravvenuto mutamento della situazione di fatto che lo ha originato

06 FEBBRAIO 2018 Con decreto del 6 maggio 2014 il Tribunale per i minorenni di Trento, in attuazione della Convenzione dell’Aja del 25 ottobre 1980 sugli aspetti civili della sottrazione dei minori ha ordinato l’immediato rimpatrio negli USA di un bambino, figlio di una coppia coniugata costituita da madre italiana e padre statunitense, residente negli USA, che la madre aveva trattenuto in Italia al termine di una vacanza presso i nonni materni contro la volontà del padre.

Il divorzio privato non rientra nell’ambito di applicazione della cooperazione giudiziaria in materia di diritto internazionale privato

01 FEBBRAIO 2018 La sentenza pregiudiziale della Corte di Giustizia dell’Unione europea del 20 dicembre 2017 in causa C-372/16, Sahyouni c. Mamisch affronta il problema se il divorzio privato ricada o meno nell’ambito di applicazione della cooperazione giudiziaria europea che in tema di divorzio è stata attuata dal Reg.
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