Comunione dei beni (legale e convenzionale) e separazione dei beni

Comunione legale: la dichiarazione del coniuge non acquirente vale sempre ad escludere il bene personale dalla comunione?

04 APRILE 2019 Con ordinanza n. 7027/2019, la Corte di Cassazione, richiamando un precedente proprio (SS.UU. n.22755/2009), ha ribadito il principio per cui, in caso di acquisto di un immobile effettuato dopo il matrimonio da uno dei coniugi in regime di comunione legale, la partecipazione all’atto dell’altro coniuge non acquirente, prevista dall’art.

Nello scioglimento della comunione legale non si deve tenere conto del diritto di abitazione della casa familiare al coniuge affidatario per determinarne il valore

21 MARZO 2019 Con la recente sentenza n. 33069/2018, depositata il 20 dicembre, la Suprema Corte ha confermato che “nel giudizio di scioglimento della comunione, il diritto di abitazione conseguente al provvedimento di assegnazione non deve influire in alcun modo sulla determinazione del conguaglio dovuto all’altro coniuge”.

La comunione legale tra i coniugi è una comunione senza quote e perdura fino al momento del suo scioglimento

19 FEBBRAIO 2019 Con la sentenza n. 33546 del 28.12.2018 la Seconda Sezione della Corte di Cassazione ha confermato il consolidato orientamento secondo il quale la comunione legale tra i coniugi ha natura di comunione senza quote, che, in presenza delle condizioni di scioglimento, diventa comunione legale ordinaria: i beni ed i diritti che ne fanno parte possono quindi essere oggetto di divisione ai sensi dell’art.

L’incidenza del diritto di abitazione nella determinazione del valore del bene da dividere

24 GENNAIO 2019 Con l’ordinanza n. 33069/2018 la Cassazione civile, uniformandosi ad un precedente orientamento (Cass. 17.09.2001 n.11630 e Cass. 09.09.2016 n.17843), ha riaffermato il principio per cui, in sede di scioglimento della comunione legale, il diritto di abitazione del coniuge assegnatario deve essere escluso dalla determinazione del valore di mercato del bene, qualora l’immobile venga attribuito al coniuge titolare del diritto di godimento, perché diversamente si realizzerebbe un indebito arricchimento a favore del coniuge assegnatario.

Non basta la dichiarazione del coniuge non acquirente ad escludere un bene dalla comunione legale

08 GENNAIO 2019 Con l’ordinanza n. 29342 del 06.07.2018, depositata in data 14.11.2018 la Corte di Cassazione si è espressa, confermando il proprio precedente orientamento, sulla natura della dichiarazione resa dal coniuge in comunione legale al momento dell’acquisto di un bene immobile da parte dell’altro coniuge a norma dell’art.

Cade in comunione l’immobile acquistato dai coniugi col denaro donato dalla madre di uno di essi

14 OTTOBRE 2018 La Cassazione, con ordinanza n.19537/2018, ha respinto il ricorso presentato da un marito separato contro la sentenza della Corte d’appello di Ancona, che aveva confermato quella di primo grado del Tribunale di Ascoli Piceno, con la quale il giudice piceno aveva respinto le domande proposte nei confronti della ex moglie per vedersi riconoscere la proprietà esclusiva dell’immobile oggetto, a suo dire, di donazione indiretta da parte della madre, che gli aveva fornito il denaro necessario all’acquisto.

La disciplina del retratto successorio non si applica all’acquisto di una quota ereditaria effettuata dall’erede coniugato in regime di comunione legale

20 LUGLIO 2018 Con l’ordinanza n. 15271/18, depositata il 12 giugno 2018, la Corte di Cassazione ha espresso il principio secondo cui l’acquisto effettuato dal coniuge, in regime di comunione legale, di una quota ereditaria non è soggetto all’esercizio del diritto di retratto successorio previsto all’art.

Beni acquistati in comunione legale e mutamento del regime patrimoniale

26 MARZO 2018 Con sentenza n. 4676 pubblicata il 28 febbraio 2018, la Corte di Cassazione ha affermato il principio secondo cui, sebbene i coniugi mutino il proprio regime patrimoniale, ai beni acquistati secondo l’originario assetto patrimoniale (nella specie: comunione legale), continua ad applicarsi la disciplina di quest’ultimo e non quella di quello successivamente scelto dai coniugi (nella specie: separazione dei beni).
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